Vi racconto di Nikita.

“Nikita” in russo vuol dire “Nicolino” ed invece era il nome di certificato di una cagnina che reietta vegetava in un box nell’allevamento del cinodromo di Agnano. Non è quindi  questa una storia che riguardi quest’organizzazione direttamente ma riguarda profondamente le nostre vite così cambiate da quell’incontro magico. Fu una trasmissione radiofonica di Radio2 a lanciare l’appello:” 360 Levrieri inglesi da adottare altrimenti verranno abbattuti.” così recitava la notizia. Lucky la nostra pastore tedesco che ci aveva accompagnati negli anni importanti della gioventù era mancata oramai da più di un anno così non misi tempo in mezzo: di nascosto da tutta la famiglia mi misi in maccchina ed andai lì. Trovai una situazione convulsa: a causa della legge “Visco” il cinodromo chiudeva: fuori una manifestazione delle maestranze con polizia in assetto antisommossa dentro un silenzio irreale. La struttura aveva funzionato fino a quattro mesi prima quindi era più o meno tutto in ordine. Mi accolse una giovane veterinaria che mi disse con aria afflitta “Badi sappia che cuccioli non ce ne sono.”; io risposi che era una domanda che non avevo fatto e la invitai a mostrarmi i cani. C’era di tutto: bestie magnifiche enormi troppo muscolosi. Sguardi fissi tanti tantissimi cani. Non c’era sporco o sofferenza evidente questo va detto perché gli inservienti ed alcuni volontari avevano tenuto tutto in ordine. Ma non c’erano più croccantini non c’erano soldi e c’era la lettera dell’autorità sanitaria che imponeva di provvedere alla soppressione. Così. Cani che erano stati importati cani che avevano mosso decine di milioni cani che erano idoli di folle di scommettitori da un giorno all’altro erano… Carne. Non ero un esperto di levrieri ma a me sembravano tutti assai innaturali così mi comportai male per così dire e chiesi al custode in perfetto stile napoletano il più becero se c’era un cucciolo da qualche parte. Lui mi guardò e disse “Ma voi che ne volete fare Dottò?! Questi non so’ cani come tutti gli altri So’ speciali. Accattàt’v’ ‘nu Cockér’ sentite ammé.”. Fui sorpreso? E’ dire poco: lo guardai e dissi ” Dove sono?”. Mi guardò mi scrutò e poi mi fece cenno di seguirlo. In un box c’era una specie di alicélla bianca màaaaaagra che faceva paura. Ma non era così sembrava a me che non avevo mai visto un cucciolo di greyhound. Oddio era oggettivamente sottopeso aveva 11 mesi,ma tutto dipendeva dal fatto che dato il marasma non usciva mai ma mai proprio dal box. Con estrema cautela mi avvicinai e Nikita si addossò ad un muro del box terrorizzata. Mi dissi “non sarà facile”. Ebbi i documenti e con estrema delicatezza,la feci salire in macchina che “benedisse” subito. MAmma mia era… Trasparente! Ci volle un anno solo per avvicinarla senza che si scostasse e si appallottolasse un anno di blandizie di coccoli di passeggiate che non rifiutava mai. Non prendeva peso. Davide mio figlio fu irremovibile a rifiutare qualsiasi farmaco che la calmasse diceva “Faccio io Papà!”. E così ando’. Nikita rifiorì cominciò a giocare e vivaddio a… Rubare qualche ghiottoneria cui trovava accesso. Cominciò a correre “in assetto” a familiarizzare con altri cani. E per noi era cominciato fin dal primo giorno dal primo istante che tutti gli occhi della famiglia s’erano poggiati su quella Principessa Magra un vero e proprio viaggio in un mondo dell’altrove un mondo dove i cani invece di scodinzolare vibrano leggermnte ed ad alta frequenza appoggiandosi alle gambe di quelli che non sono i suoi “Padroni” ma bensì i suoi fortunati ospiti. Un mondo dove i cani di scarsi trenta chili mettono al loro posto molossi da settantacinque chili facendo loro percepire con uno sguardo fugace che la rapidità d’azione è ben più minacciosa di un goffo latrato e digrignar di denti e che soprattutto la superiorità morale del Levriere è nell’evitare ogni scontro perché la caccia è mestiere la sopravvivenza e se essa è garantita da un ospite lo scontronon è più necessario. Levriere Cane Antico.
Adesso Nikita dopo magnifici tredici anni è nel cielo dei cani a correre con i fratelli effigiati nelle tombe egizie.
Nikita: che esperienza.

Marco Elena e Davide Pappalardo Amalfi Italia.

1272220152vlcsnap-60481.png 1604455131vlcsnap-60851.png 1073857510vlcsnap-60632.png

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *